L'acqua in uscita dal nostro rubinetto di casa contiene molte sostanze “teoricamente” innocue per l’uomo essendo questa dichiarata potabile, ma la rendono difficilmente usabile per l’acquario; vi possiamo trovare all’interno cloro (anche in dosi massicce in estate), tracce di metalli pesanti come rame, piombo e ferro, ma anche quantità più o meno consistenti di nitrati e fosfati tanto dannosi per i pesci, piante ed invertebrati; pertanto non è possibile usarla così come esce dal rubinetto stesso.
Parecchi anni fa era possibile utilizzare l'acqua piovana, ma l’inquinamento atmosferico ha raggiunto livelli tali da renderla assolutamente sconsigliabile.
Alcuni consigliano l’uso dell'acqua distillata (si trova anche al supermercato), ma a causa dell’uso di prodotti ad alto contenuto di sodio durante il processo di distillazione, così come possiamo verificare misurandone la conduttività, è ancora troppo “dura” per l’acquario, oltre che povera di altri sali minerali utili poiché ne è stata privata nel processo chimico a cui è sottoposta.
Anche l'acqua di pozzo, che può subire infiltrazioni, nelle sue falde freatiche da acque provenienti da discariche, non è più sicura poiché non è più "batteriologicamente pura" come ancora ci può garantire l’acquedotto municipale.
La sua funzione è quella di eliminare il cloro e di “legare” i metalli presenti nell’acqua impedendone così lo scioglimento, e stimolando al contempo la produzione di muco protettivo dei pesci; alcuni tipi, i migliori, contengono anche altre sostanze che eliminano le tracce di nitrati e fosfati che potrebbero essere presenti nell’acqua di rubinetto.
Bisogna tassativamente associarlo ad un attivatore batterico e attendere almeno 2 o 3 settimane con l’acquario in funzione affinchè si formi una sufficiente colonia batterica nel filtro.
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